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 "NATALE CON GESU' BAMBINO"
 

In occasione del Santo Natale 2009 l'Associazione
 anche quest'anno  lancia una proposta alla comunità.
Questo è il testo ...

Vorremmo proporre a tutti di vivere questo Natale 2009 con Gesù Bambino nel cuore. 
Che proposta strana mi si dirà: Natale è Gesù Bambino! 
Ma forse è necessario ritornare alla tenerezza della fede, a quella capacità di abbandono 
che noi occidentali abbiamo perso.
In questi ultimi due anni mi sono trovato ad avere spesso un bimbo piccolo tra le braccia, il mio piccolo Gabriele.
Ho assaporato ciò che nelle altre esperienze paterne non avevo gustato: la dolcezza di un piccolo che si abbandona. 
Tante volte ho immaginato come doveva essere l’esperienza di Maria, quando teneva Gesù in braccio: 
poter stringere il Figlio di Dio; che esperienza magnifica mi sono detto. 
Poi ho immaginato che nelle prove anch’essa si trovasse a pregare per chiedere aiuto a Dio,
e che ogni tanto si lasciasse andare e chiedesse aiuto al piccolo ed apparentemente impotente bambino 
che stringeva fra le braccia.
Allora ci ho provato anch’io, a pregare ed a chiedere aiuto a Dio, ed ogni tanto al piccolo Gesù Bambino. 
Che strana esperienza, uno come me, ufficialmente tanto forte e solido, nella realtà piccolo e debole 
come e più di tanti altri, che chiede aiuto ad un bambino che stringe fra le braccia, 
a mio figlio che immagino Gesù Bambino, quando lo metto a letto.
Che follia! Eppure, tutte le mie preghiere secondo la volontà del Signore, vengono esaudite una dopo l’altra, 
con una generosità disarmante. 
Allora mi sono reso conto che è veramente bello ed efficace spogliarsi di tutto, rinunciare alle amicizie potenti, 
e buttarsi fra le braccia di un bambino, del bambino che accetta di farsi stringere dalle nostre braccia. 
Allora ho capito che Natale è affidarsi ad un bimbo inerme ed impotente, l’unico che possa veramente cambiare
la nostra vita, l’unico in grado di portare armonia nelle nostre famiglie, l’unico capace di asciugare le nostre lacrime.
Proviamo allora a vivere un Natale diverso, un Natale nel quale ci spogliamo del nostro io e ci rivestiamo 
della semplicità,  del pianto e del sorriso di un bambino. 
Aiutaci Gesù a buttarci fra le tue braccia, che sembrano così piccole da non sostenerci, 
ma che sono capaci di reggere e cambiare il mondo.

                                                                         Giuseppe Mazzoli  - Presidente Associazione Il Vino di Cana

 
 
 pubblicato su Avvenire - Bologna7 del 13 dicembre 2009
 
 
 
   

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Ultimo aggiornamento:  29-08-18

 
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In occasione del Santo Natale 2009 l'Associazione
 anche quest'anno  lancia una proposta alla comunità.
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Vorremmo proporre a tutti di vivere questo Natale 2009 con Gesù Bambino nel cuore. 
Che proposta strana mi si dirà: Natale è Gesù Bambino! 
Ma forse è necessario ritornare alla tenerezza della fede, a quella capacità di abbandono 
che noi occidentali abbiamo perso.
In questi ultimi due anni mi sono trovato ad avere spesso un bimbo piccolo tra le braccia, il mio piccolo Gabriele.
Ho assaporato ciò che nelle altre esperienze paterne non avevo gustato: la dolcezza di un piccolo che si abbandona. 
Tante volte ho immaginato come doveva essere l’esperienza di Maria, quando teneva Gesù in braccio: 
poter stringere il Figlio di Dio; che esperienza magnifica mi sono detto. 
Poi ho immaginato che nelle prove anch’essa si trovasse a pregare per chiedere aiuto a Dio,
e che ogni tanto si lasciasse andare e chiedesse aiuto al piccolo ed apparentemente impotente bambino 
che stringeva fra le braccia.
Allora ci ho provato anch’io, a pregare ed a chiedere aiuto a Dio, ed ogni tanto al piccolo Gesù Bambino. 
Che strana esperienza, uno come me, ufficialmente tanto forte e solido, nella realtà piccolo e debole 
come e più di tanti altri, che chiede aiuto ad un bambino che stringe fra le braccia, 
a mio figlio che immagino Gesù Bambino, quando lo metto a letto.
Che follia! Eppure, tutte le mie preghiere secondo la volontà del Signore, vengono esaudite una dopo l’altra, 
con una generosità disarmante. 
Allora mi sono reso conto che è veramente bello ed efficace spogliarsi di tutto, rinunciare alle amicizie potenti, 
e buttarsi fra le braccia di un bambino, del bambino che accetta di farsi stringere dalle nostre braccia. 
Allora ho capito che Natale è affidarsi ad un bimbo inerme ed impotente, l’unico che possa veramente cambiare
la nostra vita, l’unico in grado di portare armonia nelle nostre famiglie, l’unico capace di asciugare le nostre lacrime.
Proviamo allora a vivere un Natale diverso, un Natale nel quale ci spogliamo del nostro io e ci rivestiamo 
della semplicità,  del pianto e del sorriso di un bambino. 
Aiutaci Gesù a buttarci fra le tue braccia, che sembrano così piccole da non sostenerci, 
ma che sono capaci di reggere e cambiare il mondo.

                                                                         Giuseppe Mazzoli  - Presidente Associazione Il Vino di Cana

 
 
 pubblicato su Avvenire - Bologna7 del 13 dicembre 2009
 
 
 
   

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In occasione del Santo Natale 2009 l'Associazione
 anche quest'anno  lancia una proposta alla comunità.
Questo è il testo ...

Vorremmo proporre a tutti di vivere questo Natale 2009 con Gesù Bambino nel cuore. 
Che proposta strana mi si dirà: Natale è Gesù Bambino! 
Ma forse è necessario ritornare alla tenerezza della fede, a quella capacità di abbandono 
che noi occidentali abbiamo perso.
In questi ultimi due anni mi sono trovato ad avere spesso un bimbo piccolo tra le braccia, il mio piccolo Gabriele.
Ho assaporato ciò che nelle altre esperienze paterne non avevo gustato: la dolcezza di un piccolo che si abbandona. 
Tante volte ho immaginato come doveva essere l’esperienza di Maria, quando teneva Gesù in braccio: 
poter stringere il Figlio di Dio; che esperienza magnifica mi sono detto. 
Poi ho immaginato che nelle prove anch’essa si trovasse a pregare per chiedere aiuto a Dio,
e che ogni tanto si lasciasse andare e chiedesse aiuto al piccolo ed apparentemente impotente bambino 
che stringeva fra le braccia.
Allora ci ho provato anch’io, a pregare ed a chiedere aiuto a Dio, ed ogni tanto al piccolo Gesù Bambino. 
Che strana esperienza, uno come me, ufficialmente tanto forte e solido, nella realtà piccolo e debole 
come e più di tanti altri, che chiede aiuto ad un bambino che stringe fra le braccia, 
a mio figlio che immagino Gesù Bambino, quando lo metto a letto.
Che follia! Eppure, tutte le mie preghiere secondo la volontà del Signore, vengono esaudite una dopo l’altra, 
con una generosità disarmante. 
Allora mi sono reso conto che è veramente bello ed efficace spogliarsi di tutto, rinunciare alle amicizie potenti, 
e buttarsi fra le braccia di un bambino, del bambino che accetta di farsi stringere dalle nostre braccia. 
Allora ho capito che Natale è affidarsi ad un bimbo inerme ed impotente, l’unico che possa veramente cambiare
la nostra vita, l’unico in grado di portare armonia nelle nostre famiglie, l’unico capace di asciugare le nostre lacrime.
Proviamo allora a vivere un Natale diverso, un Natale nel quale ci spogliamo del nostro io e ci rivestiamo 
della semplicità,  del pianto e del sorriso di un bambino. 
Aiutaci Gesù a buttarci fra le tue braccia, che sembrano così piccole da non sostenerci, 
ma che sono capaci di reggere e cambiare il mondo.

                                                                         Giuseppe Mazzoli  - Presidente Associazione Il Vino di Cana

 
 
 pubblicato su Avvenire - Bologna7 del 13 dicembre 2009
 
 
 
   

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Natale 2009
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