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 "Più famiglia"

Roma, Piazza S. Giovanni,
sabato 12 maggio 2007

 

La nostra Associazione aderisce alla manifestazione e condivide il contenuto del
Manifesto “Più Famiglia. Ciò che è bene per la famiglia è bene per il Paese”.

 

Questo è il testo integrale del "Manifesto Più Famiglia"
 

La famiglia è un bene umano fondamentale dal quale dipendono l’identità e il futuro 
delle persone e della comunità sociale. Solo nella famiglia fondata sull’unione stabile 
di un uomo e una donna, e aperta a un’ordinata generazione naturale, 
i figli nascono e crescono in una comunità d’amore e di vita, dalla quale possono 
attendersi un’educazione civile, morale e religiosa.
La famiglia ha meritato e tuttora esige tutela giuridica pubblica, proprio in quanto 
cellula naturale della società e nucleo originario che custodisce le radici
più profonde della nostra comune umanità e forma alla responsabilità sociale.
Non a caso i più importanti documenti sui diritti umani qualificano la famiglia 
come “nucleo fondamentale della società e dello Stato”.
Anche in Italia la famiglia risente della crisi dell’Occidente - diminuzione dei matrimoni
e declino demografico - e le sue difficoltà incidono sul benessere della società, 
ma allo stesso tempo essa resta la principale risorsa per il futuro e verso di essa 
si rivolge il legittimo desiderio di felicità dei più giovani. 
Nel loro disagio leggiamo una forte nostalgia di famiglia. 
Senza un legame stabile di un padre e di una madre, senza un’esperienza di rapporti fraterni, 
crescono le difficoltà di elaborare un’identità personale e maturare un progetto di vita aperto 
alla solidarietà e all’attenzione verso i più deboli e gli anziani. 
Aiutiamo i giovani a fare famiglia.
A partire da queste premesse antropologiche, siamo certi che la difesa della famiglia 
fondata sul matrimonio sia compito primario per la politica e per i legislatori, 
come previsto dagli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione. 
Chiediamo al Parlamento di attivare - da subito - un progetto organico e incisivo di politiche
sociali in favore della famiglia: per rispetto dei principi costituzionali, per prevenire e 
contrastare dinamiche di disgregazione sociale, per porre la convivenza civile 
sotto il segno del bene comune.
L’emergere di nuovi bisogni merita di essere attentamente considerato, ma auspichiamo 
che il legislatore non confonda le istanze delle persone conviventi con le esigenze specifiche 
della famiglia fondata sul matrimonio e dei suoi membri. 
Le esperienze di convivenza, che si collocano in un sistema di assoluta libertà
già garantito dalla legislazione vigente, hanno un profilo essenzialmente privato 
e non necessitano di un riconoscimento pubblico che porterebbe inevitabilmente 
a istituzionalizzare diversi e inaccettabili modelli di famiglia, 
in aperto contrasto con il dettato costituzionale. 
Poiché ogni legge ha anche una funzione pedagogica, crea costume e mentalità, 
siamo convinti che siano sufficienti la libertà contrattuale ed eventuali
interventi sul codice civile per dare una risposta esauriente alle domande 
poste dalle convivenze non matrimoniali.
Come cittadini di questo Paese avvertiamo il dovere irrinunciabile di spenderci
per la tutela e la promozione della famiglia, che costituisce un bene umano fondamentale.
Come cattolici confermiamo la volontà di essere al servizio del Paese, 
impegnandoci sempre più, sul piano culturale e formativo, in favore della famiglia.
Come cittadini e come cattolici affermiamo che ciò che è bene per la famiglia è bene 
per il Paese. Perciò la difenderemo con le modalità più opportune da ogni tentativo 
di indebolirla sul piano sociale, culturale o legislativo. 
E chiederemo politiche sociali audaci e impegnative.
Il nostro è un grande sì alla famiglia che, siamo certi, incontra la ragione e il cuore degli italiani.

Roma, 19 marzo 2007
 
 
   

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Ultimo aggiornamento:  29-08-18